“Bisogna parlare di salute mentale e parlarne nel giusto modo. La musica rappresenta un vettore positivo, basta che si usino le parole giuste. Vanno messi i giovani in condizione di chiedere aiuto e di esprimersi. Dobbiamo partire dalle scuole e da un’educazione culturale, delle famiglie e della società, avendo a disposizione anche le risorse giuste dal punto di vista dei servizi pubblici per poter accogliere le domande e dare risposte appropriate”. Lo afferma Massimo Cozza, psichiatra e direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2, a margine della conferenza ‘La salute mentale dei giovani e l’impatto della musica’ tenutasi durante lo Young International Forum presso Cinecittà Studios nella giornata mondiale della salute mentale.
“Credo che oggi bisogna molto parlare di emozioni: salute mentale non è equivalente di malattia ma la promessa che un essere umano potrà essere ciò che realmente è nonostante e con la sua malattia. Ma la comunità deve essere presente ed inclusiva – afferma Emanuele Caroppo, contributor indagine DOXA “Musica e Salute Mentale” -. I ragazzi oggi ci hanno dato contezza di questo, si sente il fermento giovanile, un dato infatti che rileviamo anche nel sondaggio della DOXA ossia che l’84% dei giovani parlano di salute mentale, che sia la volta buona per superare il pregiudizio e lo stigma”.